Alda Merini: la poesia che nasce dalla tempesta

 

 

“Sono nata il ventuno a primavera”. 

Così inizia una delle poesie più celebri di Alda Merini, e così potremmo iniziare anche noi, per raccontare la storia di una donna che ha fatto della poesia la sua ancora, la sua voce e il suo urlo.

 

 


Nata a Milano il 21 marzo 1931, Alda Merini è una delle voci più profonde, liriche e autentiche della poesia italiana del Novecento. La sua scrittura, spesso autobiografica, è fatta di visioni, passioni, dolore e rinascita. Ha attraversato esperienze laceranti, come i lunghi ricoveri in ospedali psichiatrici, ma anche momenti di intensa ispirazione e creatività. Ha saputo trasformare il dolore in bellezza, l’oscurità in luce.

La Merini ha pubblicato opere come La presenza di Orfeo, La Terra Santa, Vuoto d'amore e L'altra verità. Diario di una diversa, dove racconta con coraggio la sua esperienza nel manicomio. Le sue poesie, dense di immagini potenti e simboliche, parlano di amore, follia, spiritualità e desiderio. Sono versi che scavano, che non temono il buio, e che risuonano con una forza rara.

Ma Alda Merini è stata anche ironica, affettuosa, sensuale. Una voce dolente e luminosa allo stesso tempo, capace di emozionare chiunque abbia il coraggio di ascoltarla.

In un mondo che spesso teme la fragilità, lei l'ha messa in poesia. Ha scritto da una casa sul Naviglio, tra un telefono che squillava e una sigaretta accesa, accogliendo chiunque bussasse alla sua porta con una parola, una carezza o un verso.

Oggi le sue parole continuano a navigare tra le pagine dei libri, nei cuori dei lettori, e ora anche qui su Maree Letterarie. Perché, come diceva lei, "la poesia non cerca seguaci, cerca amanti".


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