Borges e il mare come enigma infinito
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«Il mare è un antico idioma che non riesco a decifrare»
— Jorge Luis Borges
Il 24 agosto 1899 nasceva a Buenos Aires Jorge Luis Borges, uno degli autori più influenti della letteratura del Novecento.
Nelle sue pagine il mare non è mai solo paesaggio: è un enigma linguistico, un mistero che si apre come un libro senza fine.
Quella frase, così breve e potente, ci ricorda che esistono idiomi che non appartengono alle lingue umane, ma all’infinito.
🔮 Borges e il labirinto delle parole
Borges ha scritto racconti che sono diventati miti della modernità: La biblioteca di Babele, Il giardino dei sentieri che si biforcano, L’Aleph.
La sua ossessione era il linguaggio come labirinto: un luogo in cui ogni parola si riflette in un’altra, generando mondi paralleli.
Il mare, nella sua immaginazione, diventa simbolo di ciò che non possiamo mai comprendere del tutto: un idioma senza grammatica, fatto di onde e di silenzi.
Per Borges la letteratura non serve a spiegare il mondo, ma ad amplificarne i misteri.
E in questo enigma, la scrittura stessa diventa un atto di fede nell’infinito.
🌌 Borges e il mare come specchio dell’infinito
Il mare ritorna spesso nei suoi testi, insieme ad altri simboli ricorrenti: gli specchi, le sabbie, i sogni, i labirinti.
Tutti elementi che parlano di infinito e moltiplicazione.
Guardare il mare significa per lui osservare una superficie che cela abissi: come i testi sacri, come le enciclopedie impossibili che popolano i suoi racconti.
Il mare è un linguaggio che non impariamo mai fino in fondo.
È antico, misterioso, più vasto di noi.
Ed è proprio questo che lo rende universale: ogni lettore vi riconosce la stessa vertigine, lo stesso limite umano davanti al non-dicibile.
📖 Borges oggi: l’enigma che ci riguarda
Nel mondo contemporaneo, dove tutto sembra spiegato e catalogato, Borges resta attuale perché ci ricorda che non tutto è traducibile.
La scienza, la filosofia, la tecnologia ci avvicinano al reale, ma ci sarà sempre un “mare” che sfugge, che non riusciamo a decifrare.
Oggi, mentre celebriamo la sua nascita, possiamo leggere Borges come una bussola per navigare i misteri del nostro tempo:
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ci ricorda che il sapere è sempre parziale,
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che l’immaginazione è un linguaggio universale,
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e che il mare, come la vita, resta un testo aperto che non finiamo mai di leggere.
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💬 E tu? Ti sei mai trovato davanti a un libro o a un paesaggio che ti è sembrato un linguaggio indecifrabile?