Charles Baudelaire, ubriacarsi per sfuggire al tempo

“Per non essere gli schiavi martirizzati del Tempo, ubriacatevi, ubriacatevi sempre!
Di vino, di poesia o di virtù, come vi pare.”

Charles Baudelaire, Lo spleen di Parigi

Il 9 aprile 1821 nasceva Charles Baudelaire, poeta maledetto, visionario, moderno.
Con I fiori del male ha rivoluzionato la poesia. Con Lo spleen di Parigi l’ha portata nelle strade, nei bistrot, nelle inquietudini dell’uomo urbano.
Il suo è un invito alla ribellione: non accettare il tempo come condanna, ma cercare l’estasi ovunque, nell’amore, nell’arte, nel sogno, perfino nella rovina.


🖋️ Il poeta dell’eccesso e della lucidità

Baudelaire non cerca la bellezza pura: cerca la verità, anche quando è scomoda, anche quando brucia.
Nei suoi versi convivono l’alto e il basso, il sublime e il decadente, l’estasi e il vuoto.
Ha scritto di prostitute e angeli, di profumi e marciume, di noia e di fuoco.
E lo ha fatto con uno stile musicale, tagliente, capace di evocare e disturbare insieme.


🌆 Lo spleen di Parigi: poesia in prosa, poesia della città

Lo spleen di Parigi è una raccolta di prose poetiche: frammenti, visioni, piccoli monologhi che sembrano sospesi tra sogno e metropolitana.
Baudelaire inventa una poesia urbana, rapida, tagliente, disincantata.
Parla di passanti solitari, notti senza sonno, malinconie improvvise. E poi invita:

“Ubriacatevi. Di vino, di poesia o di virtù, come vi pare.”

Perché restare sobri, in un mondo così, è insopportabile.


La tirannia del tempo

Per Baudelaire, il tempo è un nemico: logora, invecchia, uccide i sogni.
Ma la poesia, l’arte, l’eccesso: tutti questi sono antidoti.
Sono modi per resistere alla noia, alla mediocrità, all’abitudine, per cercare nel quotidiano qualcosa che somigli ancora a una scintilla.

Ecco perché le sue parole ci parlano ancora: perché ci insegnano che si può scegliere di vivere con intensità, anche nel disincanto.


📖 Perché leggere Lo spleen di Parigi oggi?

Perché ci aiuta a guardare con occhi nuovi anche le giornate grigie.
Perché ci insegna che l’estasi è una forma di resistenza.
E perché ogni tanto, sì, dobbiamo ubriacarci. Di bellezza.

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💬 Quando ti senti schiavo del tempo… da cosa ti fai ubriacare? Scrivilo nei commenti.

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