“Chi è stato torturato rimane torturato.”
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Chi è stato torturato rimane torturato.
— Jean Améry, Intellettuale a Auschwitz
Un’esperienza che non finisce con il dolore fisico. La tortura annienta l’anima, spezza il legame tra essere umano e mondo.
🧠 1. Jean Améry e la memoria del corpo
Jean Améry, scrittore e saggista austriaco, sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti, ha denunciato la violenza della tortura con parole taglienti, ineluttabili.
Nel suo saggio Intellettuale a Auschwitz, scrive che la tortura non è solo un atto fisico: è la distruzione della fiducia, l’umiliazione definitiva dell’uomo.
📚 2. La tortura come ferita storica
Per Améry, “la tortura è l’evento essenziale” del XX secolo.
Non perché sia stato il peggiore dei crimini, ma perché ha fatto saltare ogni garanzia dell’umano.
Ha mostrato quanto in basso può scendere una civiltà quando la violenza viene istituzionalizzata, normalizzata, giustificata.
🛑 3. Ricordare per vigilare
In questa Giornata Internazionale a sostegno delle vittime di tortura, non possiamo limitarci al cordoglio.
Ricordare è un atto politico, un gesto di vigilanza.
Perché ogni silenzio davanti alla violenza è già una complicità.
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💬 E tu?
Quali parole, letture o gesti ti hanno aiutato a comprendere il senso della dignità umana?