Degas, il pittore dell’invisibile
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“L'arte non è ciò che vedi, ma ciò che fai vedere agli altri.”
— Edgar Degas
Nel cuore dell’Ottocento parigino nasceva Edgar Degas, artista schivo e rivoluzionario. Non si accontentava di ciò che appariva: voleva svelare l’invisibile, l’attimo che sfugge, il movimento che vibra oltre la forma. E, proprio come la scrittura, la sua arte è fatta di ciò che resiste allo sguardo distratto.
🩰 L’occhio allenato a vedere oltre
Degas ha dipinto ballerine, cavalli, donne che si pettinano. Ma non si è mai lasciato incantare dalla grazia: cercava l’imperfezione del momento, la verità in un muscolo teso, in un volto stanco. La sua era una pittura che interrogava il tempo, fermandolo a metà gesto, per costringerci a vedere davvero.
🖋 Degas e la parola come forma
Meno noto è il suo legame con la scrittura. Lettere, pensieri, riflessioni: anche con le parole Degas tentava di scolpire l’invisibile. L’arte, per lui, non era mai finzione, ma uno sforzo ostinato per cogliere l’essenziale. “Disegnare è non smettere mai di guardare” diceva. Lo stesso vale per chi scrive.
🔍 Vedere come atto di cura
Degas ci ricorda che vedere è un atto attivo, non passivo. Che l’artista, come lo scrittore, deve insegnarci a vedere ciò che ignoriamo, ciò che ci fa male, ciò che ci emoziona. Oggi, in un mondo che scorre veloce, riscoprire lo sguardo di Degas è un atto di resistenza poetica.