Erasmo e la radice sottile della violenza
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"E a forza di sterminare animali, s'era capito che anche sopprimere l'uomo non richiedeva un grande sforzo."
— Erasmo da Rotterdam
Il 12 luglio 1536 moriva uno dei più grandi pensatori dell’Umanesimo: Erasmo da Rotterdam. Pacifista in un tempo di guerre, difensore della libertà di coscienza, interprete lucido del pensiero europeo.
⚔️ La violenza inizia dal gesto più piccolo
Per Erasmo, la barbarie non arriva all’improvviso: si insinua nei comportamenti che giustifichiamo, negli abusi che ignoriamo. Sopprimere l’altro, umano o animale, diventa sempre più facile quando ci si abitua all’indifferenza. Ogni crudeltà accettata, anche minima, diventa seme di un’atrocità più grande.
🕊️ Il libero pensiero come resistenza
Erasmo credeva nella ragione e nel dialogo. Fu critico della Chiesa ma non riformatore radicale, perché sognava un’Europa unita nella tolleranza. I suoi scritti, da Elogio della follia a Dulce bellum inexpertis, denunciano l’ipocrisia e l’assurdità della guerra con uno sguardo ironico e profondo.
🌱 Coltivare la compassione
La compassione, dice Erasmo, è il solo argine alla brutalità. Va coltivata negli affetti, nella natura, nell’educazione. Solo se impariamo ad aver cura del più fragile possiamo sperare in una società giusta. E oggi più che mai, le sue parole suonano come monito urgente.