Giuseppe Catozzella: il colore delle cose
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“Solo quando vedi la luce, dopo che sei stata a lungo al buio, ti ricordi del colore delle cose.”
— Non dirmi che hai paura, Giuseppe Catozzella
Due righe di introduzione:
Il 20 giugno celebriamo la Giornata Mondiale del Rifugiato. Tra storie vere e letteratura, oggi ascoltiamo la voce di chi attraversa il buio per cercare la luce.
🌍 1. Samia: una storia vera, come tante
Samia Yusuf Omar era una ragazza somala. Amava correre. Rappresentò il suo Paese alle Olimpiadi di Pechino nel 2008. Ma nel suo Paese non c’era futuro. Inseguì il sogno di una vita libera attraversando l’Africa e il mare. Morì nel Mediterraneo, in un barcone verso l’Italia.
La sua storia ha fatto il giro del mondo. Giuseppe Catozzella l’ha raccolta e trasformata in romanzo.
📖 2. “Non dirmi che hai paura”: sport, libertà, verità
Nel libro Non dirmi che hai paura, Catozzella non romanza la tragedia, ma restituisce dignità a Samia e a milioni di altri. Il romanzo è una corsa tra sogni e muri, tra passi e frontiere.
La corsa diventa metafora: resistere, non arrendersi, credere nella bellezza della libertà.
🔦 3. La luce dopo il buio
Il titolo della Giornata dice tutto: “rifugiato” non è una condizione, ma un passaggio. Ognuno cerca rifugio da qualcosa.
Il romanzo ci ricorda che la luce si può ritrovare. E che il nostro sguardo deve cambiare: da spettatori a testimoni, da estranei a fratelli.
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💬 E tu?
Hai mai letto una storia vera che ti ha fatto cambiare prospettiva sul mondo?
