Giustizia e simboli: parole che contano, emoji che parlano

“L’ingiustizia in qualsiasi luogo è una minaccia alla giustizia dovunque.”
— Martin Luther King

Il 17 luglio si celebra la Giornata Mondiale della Giustizia Internazionale. È il giorno in cui il mondo ribadisce che ogni violazione dei diritti umani, ovunque avvenga, ci riguarda tutti. È anche la Giornata Mondiale delle Emoji: apparentemente distante, ma in realtà vicina. Perché anche i simboli raccontano chi siamo.


⚖️ 1. Nessuno è libero finché non lo siamo tutti

Martin Luther King lo scrisse con fermezza e visione: la giustizia è una questione globale. Ogni forma di oppressione, anche lontana, mina l’equilibrio di tutti. La Corte Penale Internazionale, istituita nel 1998, rappresenta un tentativo concreto di garantire che chi commette crimini contro l’umanità non resti impunito. La giustizia è memoria, ma anche azione continua.


😊 2. Emoji: il nuovo linguaggio del sentire

Nate per rendere più espressive le conversazioni digitali, le emoji sono diventate un nuovo vocabolario. Usate da miliardi di persone ogni giorno, raccontano gioie, paure, rivendicazioni. Dal cuore spezzato al pugno alzato, sono diventate segni d’identità. Alcune battaglie, come la richiesta di emoji inclusive, disabili, neutre, dimostrano che anche un’icona può fare politica.


🌐 3. La parola e il segno: due forme di giustizia

Oggi più che mai, parole e simboli convivono per dare voce all’ingiustizia e alla speranza. Un discorso pronunciato in piazza, una bandiera nella bio, una emoji nelle chat: tutto può essere un atto di resistenza. La giustizia internazionale non è solo un tribunale: è l’eco di tante voci che chiedono ascolto. Anche la tua.


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💬 E tu? Quale emoji useresti per rappresentare la giustizia oggi?

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