I bambini sono persone: l’eredità di Janusz Korczak
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“Non ci sono bambini, ci sono persone.”
— Janusz Korczak
Il 4 giugno si celebra la Giornata internazionale dei bambini innocenti vittime di aggressioni. Una data che ci impone di guardare il mondo con occhi diversi: quelli dell’infanzia, troppo spesso calpestata, ignorata, violata.
Un medico, un pedagogo, un uomo
Janusz Korczak, medico, pedagogo, scrittore, fu tra i primi a trattare i bambini non come adulti incompleti, ma come persone intere, con pensieri, sentimenti, diritti.
Nel suo orfanotrofio a Varsavia, prima della Seconda guerra mondiale, instaurò una vera e propria democrazia infantile: assemblee, giornali, tribunali educativi, in cui i bambini erano chiamati a decidere, discutere, partecipare.
Korczak educava al rispetto partendo dal rispetto.
La scelta estrema
Nel 1942, quando l’orfanotrofio venne chiuso dai nazisti, gli fu offerta la salvezza. Avrebbe potuto fuggire, mettersi in salvo.
Scelse invece di rimanere accanto ai suoi bambini, fino alla fine.
Li accompagnò nel tragico viaggio verso Treblinka, dove furono tutti uccisi.
Un gesto di fedeltà, umanità e coraggio che ancora oggi ci interroga.
Perché ricordarlo
Korczak non è solo una figura storica: è una coscienza viva.
Oggi, in ogni parte del mondo, ci sono ancora bambini aggrediti, strappati alle famiglie, usati come armi di guerra, vittime di sfruttamento, povertà, indifferenza.
Leggere Korczak significa ritrovare uno sguardo pulito, imparare di nuovo ad ascoltare i più piccoli. E ricordare che la dignità non ha età.
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