Il gioco, la vita e la letteratura
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“I giochi sono importanti, preparano un ragazzo per quel grande gioco che è la vita.”
— Il piccolo Lord, film di Jack Gold (1980), tratto dal romanzo di Frances Hodgson Burnett
Il 28 maggio, in occasione della Giornata Mondiale del Gioco, celebriamo un'attività troppo spesso sottovalutata.
Il gioco non è solo svago: è esercizio di immaginazione, laboratorio di relazioni, scuola di libertà.
Lo sapeva Frances Hodgson Burnett, che ne Il piccolo Lord racconta come l'affetto e il gioco possano cambiare il cuore più indurito.
Ma lo sapeva anche Luigi Capuana, il maestro del verismo fiabesco, che nelle sue storie popolari mescolava trottole, magie e saggezza antica.
E lo sapeva infine Ian Fleming, che con James Bond trasformò ogni partita, dal poker al baccarat, in un confronto tra identità, rischio e strategia.
📚 Capuana, Fleming e i giochi narrativi
Luigi Capuana (nato il 28 maggio 1839) ci ha lasciato favole fatte di popolo e di sogni, dove il fantastico è terreno d’insegnamento.
Nei suoi racconti, la morale si apprende giocando, proprio come fanno i bambini nei cortili.
Ian Fleming (nato il 28 maggio 1908), invece, ha elevato il tavolo verde del casinò a campo di battaglia morale.
Le partite di Bond non sono mai solo giochi: sono test di sangue freddo, logica, maschere da indossare.
🎲 Perché il gioco resta fondamentale
Giocare ci rende curiosi, coraggiosi, creativi.
E anche nella letteratura, ogni libro è un gioco d’immaginazione: un mondo da esplorare, una regola da infrangere, un’identità da inventare.
Oggi celebriamo il potere formativo del gioco e di chi, scrivendo, ci ha insegnato a giocare con le parole.
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🎯 E tu? Qual è il libro che ha fatto giocare di più la tua fantasia?