Il paese di Bengodi: Boccaccio e la poesia del cibo
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«In una contrada che si chiamava Bengodi [...] eravi una montagna tutta di formaggio parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti che niuna altra cosa facevan che far maccheroni.»
— Giovanni Boccaccio, Decameron
Dal Decameron di Boccaccio nasce una delle immagini più gustose della letteratura italiana: la montagna di parmigiano e maccheroni del Paese di Bengodi. È un sogno di abbondanza, fantasia e ironia. E in occasione della Giornata mondiale della pasta, non possiamo che celebrarlo come simbolo della gioia di vivere all’italiana.
🍝 Il cibo come felicità
Boccaccio, con la sua penna arguta, ci regala un’utopia gastronomica: un mondo dove il cibo non è bisogno, ma piacere, arte, sogno. In Bengodi non si lavora per sopravvivere, si vive per godere. È una visione che rovescia la fatica in leggerezza, la miseria in abbondanza.
Dietro la sua ironia, però, c’è anche un messaggio profondo: il desiderio di un mondo più giusto, dove la felicità sia accessibile a tutti, non un privilegio.
🌾 Letteratura e convivialità
Il cibo, nella cultura italiana, è sempre stato più di un alimento: è rito, comunione, identità. Boccaccio lo sapeva bene. Nel raccontare maccheroni e parmigiano, in realtà parlava dell’uomo che sogna un paradiso terreno, fatto di semplicità e abbondanza.
Ogni piatto diventa racconto, ogni tavola un palcoscenico di umanità.
💛 Un inno all’arte di gustare
La pasta è poesia quotidiana, un gesto d’amore che unisce. Nella sua semplicità racchiude la storia di un popolo e il piacere universale del convivio. Boccaccio ci insegna che anche una montagna di maccheroni può raccontare la felicità, se a guardarla c’è meraviglia nel cuore.
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