Il potere ambiguo dell’invisibilità
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«L'invisibilità, in fondo, serve solo in due casi. È utile per allontanarsi da un luogo o per avvicinarvisi.»
— H. G. Wells, L’uomo invisibile
Il 21 settembre 1866 nasceva a Bromley, nel Kent, Herbert George Wells, meglio conosciuto come H. G. Wells. Considerato il padre della fantascienza insieme a Jules Verne, Wells ha immaginato mondi futuri, viaggi nel tempo, invasioni aliene e invenzioni rivoluzionarie. La sua forza non fu solo visionaria, ma profondamente critica: ogni scoperta, ogni tecnologia, nei suoi romanzi, è sempre un banco di prova per l’etica umana.
🧪 L’uomo invisibile: scienza e coscienza
Nel romanzo L’uomo invisibile (1897), Wells narra la vicenda di Griffin, scienziato che scopre il segreto dell’invisibilità e decide di usarlo per i propri fini. L’esperimento, anziché liberarlo, lo condanna a una progressiva alienazione. L’invisibilità diventa così simbolo di un potere che sfugge al controllo e che, senza limiti morali, si trasforma in maledizione. Un monito che risuona ancora oggi, in un’epoca in cui biotecnologie e intelligenza artificiale pongono dilemmi simili.
⚖️ Potere e responsabilità
La citazione scelta racchiude l’essenza dell’opera: l’invisibilità è utile solo per muoversi di nascosto, per fuggire o per spiare. Non genera creazione, non costruisce legami, non produce conoscenza. Wells ci suggerisce che il potere, se usato senza coscienza, è sterile. Ogni conquista tecnica è neutra, ma diventa bene o male a seconda dell’uso che se ne fa. È qui che si gioca la vera sfida del progresso: non nella scoperta, ma nella responsabilità.
🌍 Un visionario del futuro
Oltre a L’uomo invisibile, Wells scrisse opere che hanno plasmato l’immaginario moderno: La macchina del tempo, La guerra dei mondi, I primi uomini sulla Luna. Non semplici racconti d’avventura, ma allegorie potenti sul destino umano. Nei suoi romanzi, scienza e immaginazione si intrecciano per mostrare come il futuro sia sempre specchio delle nostre paure e delle nostre speranze. Wells non parlava solo del domani, ma del presente, dei suoi rischi e delle sue possibilità.
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