La metamorfosi dell’incontro: Alda Merini e il volto degli altri

«Mi sveglio sempre in forma e mi deformo attraverso gli altri.»
— Alda Merini

Incontro dopo incontro, la poesia ridisegna i contorni dell’anima. Merini ci insegna a lasciar passare la vita attraverso di noi.


🌹 Ferita e grazia

Nella poesia di Merini convivono asilo e tempesta. L’incontro con l’altro non è ornamento ma terremoto: sposta i contorni, rompe abitudini, scava canali nuovi. “Deformarsi” è imparare a lasciarsi cambiare senza perdere il nucleo, accettando che l’identità sia un campo aperto dove la vita scrive.


🔥 Amore come rischio

L’amore, per Merini, non salva perché è perfetto ma perché brucia. La sua lingua semplice e visionaria tocca l’abisso con pudore. Ogni verso è un varco tra follia e misericordia, corpo e anima, luce e notte. Nella memoria dei Santi la poetessa accende una candela per chi ha amato fino a ferirsi.


🕊️ Il silenzio che parla

Nei giorni della commemorazione, Merini insegna a onorare il vuoto non con la retorica ma con la presenza. Le persone che abbiamo amato ci “deformano” perché ci aprono. Restano come impronta che non smette di generare vita. La poesia diventa casa dove mettere fiori a chi non c’è più.


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