Mediterraneo: mare di parole, sogni e silenzi
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"Il Mediterraneo è…"
— Georges Simenon
L’8 luglio si celebra il Mar Mediterraneo, cuore liquido della nostra storia, teatro di viaggi e approdi, mito e memoria. È un giorno per evocare non solo la sua bellezza, ma anche le sue ferite.
🌊 Il mare che racconta
Il Mediterraneo non è solo un luogo geografico: è una narrazione continua. I suoi porti hanno visto nascere poemi e religioni, le sue onde hanno trasportato mercanti, profeti, filosofi. È la culla della civiltà occidentale, dove tutto ha avuto inizio. Georges Simenon, scrittore attento all’umano, gli ha dedicato pagine di ammirazione e osservazione, raccontandolo da bordo di una barca come fosse un essere vivente, imprevedibile e affascinante.
📖 Un mare abitato dalle parole
Nei secoli, il Mediterraneo è stato spazio di immaginazione e letteratura. Omero lo ha cantato, Camus lo ha guardato con occhi densi di luce, Sciascia ne ha colto le ombre. Le sue coste hanno accolto lingue, sapori, storie. È il mare che ha fatto dialogare Europa, Africa e Medio Oriente, anche quando sembrava impossibile. Ma ogni mito porta con sé una realtà più aspra.
🛶 Il silenzio degli approdi mancati
Oggi, il Mediterraneo è anche confine e ferita. Un mare che inghiotte speranze e persone, che si riempie di silenzi là dove prima risuonavano canti. Celebrare il Mare Nostrum è ricordare che non è solo nostro. È di chi ci è nato, di chi lo attraversa, di chi vi ha perso tutto. È un mare che ci chiede di guardarlo senza retorica: con rispetto, con verità, con umanità.