Pablo Neruda: la notte che crepita

crepita
senza bruciare
la notte
dell’estate.

— Pablo Neruda, Poesie 1924–1964

Il 21 giugno è il giorno più lungo dell’anno. Il sole si ferma, la luce si fa liquida, il tempo si dilata. È il solstizio d’estate, ma anche la Festa della Musica. Un momento doppio, come un respiro che si allunga tra silenzio e suono.

 


🔥 1. Il solstizio come soglia

Il solstizio non è solo un fenomeno astronomico, ma una soglia simbolica: tra il dentro e il fuori, tra il giorno e la notte, tra la veglia e il sogno.
Da sempre, i popoli celebrano questo momento con falò, canti, riti. È la festa dell’attesa, del raccolto, della fertilità.
In questa luce che non vuole finire, il tempo sembra farsi poesia.


🎶 2. La musica che accende la notte

Dal 1982, il 21 giugno è anche la Festa della Musica, nata in Francia e oggi diffusa in tutto il mondo.
In questa giornata, ogni angolo può diventare un palco: piazze, balconi, marciapiedi.
Note, strumenti, voci si intrecciano come raggi di sole al tramonto. Perché la musica, come la luce, scalda e unisce.


📖 3. Neruda e il fuoco che non brucia

Nella poesia scelta, Neruda coglie l’essenza dell’estate notturna: un crepitio che non consuma, un calore che non ferisce.
È la descrizione perfetta del 21 giugno: una notte carica di promesse, che non vuole incendiarsi ma soltanto brillare, restare, sussurrare.


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💬 E tu?

Hai una poesia o una canzone che per te “crepita senza bruciare”?

 

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