Samuel Beckett e l’arte di fallire meglio

“Sempre tentato. Sempre fallito. Non importa. Tentare di nuovo. Fallire di nuovo. Fallire meglio.”
— Samuel Beckett, Worstward Ho (1983)

Il 13 aprile 1906 nasceva Samuel Beckett, uno degli scrittori più radicali e influenti del Novecento.
Autore di romanzi, poesie, opere teatrali, Beckett ha saputo mettere in scena la condizione umana nella sua essenza più cruda: l’attesa, l’incertezza, il fallimento.

Ma proprio nel fallimento Beckett vede una forma di resistenza, una modalità onesta e ostinata di abitare il mondo.

🧩 La logica dell’assurdo

Con Aspettando Godot, Beckett ha rivoluzionato il teatro: due uomini, un albero, il nulla che avanza. Eppure, quel nulla è tutto.
È la metafora di un’esistenza fatta di speranze rimandate, parole che non spiegano, gesti ripetuti, attese infinite.

Non c’è una risposta. Ma c’è l’urgenza di continuare, di tentare ancora, anche sapendo che si fallirà.

🌿 Fallire come forma di fede

Il 13 aprile 2024 cade anche la Domenica delle Palme, che apre simbolicamente il cammino verso la passione, il tradimento, la croce.
Un ingresso trionfale che precede la caduta.
Eppure, anche lì, nel dolore e nel disincanto, resta un seme di fiducia, una forma di attesa.

Beckett non era religioso in senso canonico, ma la sua scrittura contiene una spiritualità del fallimento: una fede laica nella dignità dell’uomo che continua, inciampa, e si rialza.

🖋️ Scrivere come atto di resistenza

Nei suoi testi più estremi (L’innominabile, Finale di partita, Malone muore), Beckett rinuncia alla trama, alla descrizione, perfino alla forma.
Resta la voce. Una voce spezzata, scarnificata, ma viva.

Perché anche quando non c’è più nulla da dire, qualcosa deve essere detto.
E quel qualcosa è la nostra ostinazione fragile, il nostro tentativo quotidiano di “fallire meglio”.

📖 Perché leggere Beckett oggi?

Perché ci aiuta a fare pace con le nostre debolezze.
Perché ci ricorda che il fallimento non è la fine, ma un altro modo di cominciare.
E perché non c’è niente di più umano di due persone che si aspettano senza sapere cosa.

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