La mappa del dolore di Alessio Vailati: versi che guardano la Storia negli occhi
Condividi

La mappa del dolore
Alessio Vailati
Il ramo e la foglia edizioni
Un libro che non vuole consolare, ma scuotere, risvegliare la memoria, onorare la dignità di chi ha sofferto.
🌑 Tra immagine e parola: l’eco degli scatti che non si spengono
In La mappa del dolore, Alessio Vailati dà voce poetica a trenta fotografie vincitrici del Premio Pulitzer, cronache visive di guerra, ingiustizia, migrazioni, discriminazioni, povertà, emarginazione.
Ogni immagine, un’istantanea di dolore e di storia: ma Vailati non si limita a descriverla. Con versi misurati, intensi, carichi di responsabilità, trasforma lo scatto in espressione della sofferenza umana.
Non è una poesia didascalica, ma un “mondo dentro” che si apre all’orrore, alla memoria, alla compassione, perché le foto non vengano dimenticate e con loro le vittime che rappresentano.
🖋️ Poesia civile: linguaggio, metrica, memoria
Vailati, con grande perizia tecnica, adopera forme metriche classiche, endecasillabi in rima alternata, per le poesie d’apertura dedicate a ciascuna fotografia. Una scelta che non appesantisce, ma arricchisce: il rigore formale amplifica la delicatezza del tema, trasformando ogni testo in un atto di testimonianza.
Le poesie successive, libere da schema, offrono un respiro diverso, una riflessione fluida che accompagna il lettore oltre l’immagine. Una alternanza tra struttura e libertà, tra tecnica e urgenza morale, che restituisce dignità ai volti e alle storie impresse nelle fotografie.
🔎 Perché oggi “La mappa del dolore” ci riguarda
Questo libro non è un’operazione nostalgica, né un esercizio estetico: è un monito. Le vicende narrate, guerre, disuguaglianze, migrazioni, non appartengono solo al passato: echeggiano nel presente, bussano al nostro sguardo, chiedono che non distogliamo lo sguardo. La mappa del dolore invita a guardare, capire, ricordare.
È un invito alla coscienza, alla memoria collettiva, alla responsabilità, perché la poesia, anche oggi, può essere atto di giustizia, ricostruzione di verità, testimonianza viva.
📷 Le 30 fotografie Premi Pulitzer
1. Il ritorno di un eroe, Earle Bunker 1944
2. Il ponte sul Taedong, Max Desfor 1951
3. La morte e il vagoncino rosso, William Seaman 1959
4. Due uomini soli, Paul Vathis 1962
5. Rivoluzione e assoluzione, Hector Rondon 1963
6. Interludio di pace, Toshio Sakai 1968
7. Ritratto della dignità, Moneta Sleet 1969
8. La marea di migranti, Dallas Kinney 1970
9. Un magazzino per persone, Jack Dykinga 1971
10. Vendetta all’autodromo, Horst Faas e Michel Laurent 1972
11. Cicatrici di guerra, David Hume Kennerly 1972
12. La ragazza di Trangbang, Nick Út 1973
13. Fine dell’incendio, Gerald Gay 1975
14. Un volto nella folla, Robin Hood 1977
15. Disordini politici a Bangkok, Neal Ulevich 1977
16. Esecuzione sulla spiaggia, Larry Price 1981
17. Il campo della morte di El Salvador, James B. Dickman 1983
18. Carestia, Stan Grossfeld 1985
19. L’inverno dei senzatetto, Tom Gralish 1986
20. La bambina e l’avvoltoio, Kevin Carter 1994
21. Un rito di passaggio africano, Stephanie Welsh 1996
22. Il cammino delle lacrime, Martha Rial 1998
23. I rifugiati del Kosovo, C. Guzy, M. Williamson, L. Perkins 2000
24. Attacco al World Trade Center, Staff del New York Times 2002
25. Monrovia sotto assedio, Carolyn Cole 2004
26. Ultimo saluto, Todd Heisler 2005
27. Il viaggio di una madre, Renee C. Byer 2007
28. Il catastrofico terremoto di Haiti, C. Guzy, N. Kahn, R. Carioti 2011
29. La bambina in verde, Massoud Hossaini 2012
30. Il cinico disprezzo della vita umana, Daniel Berehulak 2017