Un “viaggio” tra la gente e le opinioni sul tema immigrazione - "Il mare non ha colpe" di Paola Zagarella
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Il mare non ha colpe
Di Paola Zagarella
Ed. Leucotea, 2025
Inizia il tuo viaggio di lettura
Il romanzo Il mare non ha colpe dell’autrice genovese Paola Zagarella, pubblicato nel marzo 2025 dalla casa editrice Leucotea di Sanremo, vuole essere un percorso di riflessione sul divisivo tema dell’immigrazione.
Il romanzo ha il suo inizio con un naufragio e narra i quattro probabili destini di un unico protagonista.
Cosa gli sarebbe accaduto senza aiuti? La morte sicura, un cadavere tra centinaia, migliaia...
Cosa, se fosse riuscito a salvarsi ma senza alcuna occasione fortunata? Forse sarebbe diventato un essere umano invisibile al mondo, senza Patria e opportunità.
Cosa ancora se fosse sopravvissuto e finito nelle grinfie della delinquenza? Forse si sarebbe trasformato in un violento, in un ladro o in un assassino; uno dei tanti, pronti al terrorismo e alla vendetta contro un Mondo senza spazi.
E se il fato lo avesse abbracciato regalandogli opportunità e amore?
In tutto questo l'unico a non avere colpe è il mare.

💼 Paola Zagarella
Paola Zagarella (Genova 1964) dopo la Maturità Classica, la Laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico ha lavorato in diversi ambiti professionali, soprattutto Finanziario e Assicurativo.
L’evidente contrasto tra il percorso di studi e i lavori infine svolti, la spingeranno a inseguire negli anni le proprie passioni.
Nel tempo libero ama dipingere, leggere, scrivere e descrivere ciò che la circonda, dedicandosi in particolare a temi d'interesse contemporaneo.
Nel 2020 pubblica il suo romanzo di esordio, d'ispirazione autobiografica Storie di una donna di oggi (Attestato di merito – Premio Internazionale “Michelangelo Buonarroti”).
Nel 2021 pubblica una Lettera nell'antologia Le parole che non ti ho detto e un racconto in Racconti Liguri.
Nel 2022 si classifica al 2° posto nel Concorso Nazionale Emozioni, 2022 e pubblica il romanzo Il rumore delle scale (Attestato di merito – Premio letterario “Maria Cumani Quasimodo”).
Nel 2023 pubblica un racconto nell'antologia 21 Storie di mare e il suo terzo romanzo Villa Ponente (Diploma d'onore con menzione d'encomio – Premio Internazionale “Michelangelo Buonarroti”).
Nel 2025 pubblica Il mare non ha colpe.
📲 La potete trovare sui social:
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Facebook: profilo personale, pagina Paola Zagarella Autrice e pagina Il mare non ha colpe
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Instagram: @libridipaola
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TikTok: paola.zaga4
📖 Estratto da Il mare non ha colpe
È il giorno programmato da anni.
Nell’alba infuocata la sabbia riluce e contrasta con il mare di un colore così intenso che la vita sotto
sei costretto a immaginarla; la distesa appare un unico tessuto marezzato steso per nascondere
l’ignoto.
Se poi si volge lo sguardo verso la costa lontana, la natura è lussureggiante, con i grandi alberi del resort e i lampioni che ne evidenziano le forme secolari.
Raggiungono la spiaggia, la prima meta, la più importante.
Arrivano a gruppi o da soli, sconosciuti incontrati durante il cammino, padri, madri e figli per trovarsi riuniti intorno a un grande scoglio.
Ogni volta, la spiaggia si tramuta in un mercato, centro di domanda e di offerta tra chi desidera e chi esaudisce.
Chi desidera è lì, grazie a un rotolo di quattromila dollari, lì, come ogni giorno, ormai da decenni.
A chi “esaudisce” non importa da dove provengano, se da una città distrutta da un bombardamento, da un paese divorato dalla fame o prosciugato dalla sete, se da un’adolescenza di violenze, se da lavoro forzato o da persecuzioni... non importa.
C’è un abituale fermento che in fretta colora la sabbia di abiti e di canotti, loro li chiamano “rubber boat” e solitamente sono neri come la pece.
Oggi, già pronto sulla battigia ne spicca uno con il colore vivace di un’arancia matura.
Tanti sembrano sorridere, alcuni cantano melopee, altri pregano con gesti rigorosi e diversi tra loro, molti parlano senza capirsi, i più, in silenzio si domandano se questo viaggio li condurrà nei Paesi dove vivono i vacanzieri del resort.
Vogliono andare via, lontano, con i soldi racimolati negli anni anche dagli anziani del villaggio desiderosi di condividere il sogno.
Sono molti ma uno si staglia subito, per quella sua camicia hawaiana arrivata chissà da dove, regalata chissà da chi.
Gli anziani gli avevano prospettato le difficoltà di quel viaggio ma lui si sentiva cresciuto abbastanza da affrontare la verità.
Lui sorride comunque perché al di là dal mare c’è quello che i suoi genitori hanno sempre chiamato “future” e altri “futur”; lui ha sempre desiderato poterlo chiamare “futuro”.
Sono pronti a partire con i loro sacchetti di plastica, quando due uomini li spingono a entrare in una baracca di legno e lamiera.
Due sacchetti si rompono e alla sabbia smossa dal vento, si mescola frutta avariata, simboli religiosi, la maglietta fasulla di una squadra di calcio europea, un paio di scarpe eleganti e un kajal.
.
La baracca è piccola e di certo scomoda per trenta persone; dentro c’è un caldo diverso da quello solito, non è frutto dei raggi cocenti del sole ma dei respiri accalcati.
Le ore passano e il gommone resta sulla spiaggia, turgido di aria e rattoppato con nastri adesivi multicolori, mentre due uomini passeggiano e chiacchierano, in attesa di qualcosa.
Gli ospiti all’interno della casetta cominciano ad avere sete, le lamiere sprigionano calore come la brace a una bistecca.
Tutti sembrano felici.
Aisha però non è tra loro.
Ha ricevuto una sorte diversa.
Lei è rimasta al villaggio dopo aver donato la propria parte di sogno al fratello maggiore.
La macchia di sangue sul letto e il suo primo dolore al basso ventre le hanno fatto dono di un futuro indesiderato.
Quello stesso giorno il padre, in cambio dei mille dollari che mancavano per il pass, l’ha lasciata a un vecchio benestante rimasto vedovo.