Una vita maledetta di Gabriella Guidi, una recensione di Carla Ubaldini

Una vita maledetta 

✒️ di Gabriella Guidi
📚 Transeuropa Edizioni


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SINOSSI

Trattasi di una storia vera, raccontata dalla voce e dal flusso di ricordi della protagonista.

Alida nasce nelle montagne del Nord dell’Albania e cresce nella sua famiglia composta da padre, madre e due sorelle gemelle. Il periodo storico è quello dell’Albania di Enver Oxa ma nelle campagne del nord si cresce sotto le regole del “Kanun” di Lek Dukagjin, il fondamento giuridico e morale del mondo albanese antico, le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Le regole, tramandate solo verbalmente proclamano le donne come ‘otri che devono solamente portare in grembo i figli e sopportare’.

Il padre di Alida vittima di una vendetta sancita dalle regole del Kanun, viene colpito da un colpo di fucile in cui rimane gravemente ferito e perderà l’uso delle gambe. L’accaduto costringerà una delle figlie a diventare una ‘Burrnesh’. Secondo le regole del Kanun, infatti, nelle famiglie in cui c’erano solo figlie femmine, o nel momento in cui il padre non fosse stato in grado di farsi carico del nucleo familiare o fosse venuto a mancare, ad una di loro sarebbe toccato il compito di sostituirsi a lui e a provvedere in tutto e per tutto alla famiglia trasformandosi in una “Burrnesh” o “Vergine Giurata”, un uomo.

Fu Alida, costretta dalla madre a sottoporsi a questa trasformazione, perdendo la sua vita di donna. La trasformazione avvenne con un rito arcaico di fronte a dodici capoclan e ad Alida venne cancellata ogni forma e ogni aspetto di donna proprio da sua madre: le tagliò i capelli cortissimi, le fasciò il seno fino a farlo scomparire e venne vestita con gli abiti del padre. Così Alida iniziò a bere, fumare e a maneggiare armi come fosse un vero uomo. Giurò voto di castità per la vita, trasformandosi di fatto in un uomo, nell’aspetto.

Dal momento del giuramento, pur rimanendo biologicamente una donna, Alida, come le altre donne Burrnesh venne trattata da uomo e accettata come tale nella società e dagli stessi uomini che prima la maltrattavano, la abusavano e reputavano come schiava. Una volta compiuto tale giuramento era per la vita. E doveva essere rispettato tanto nei comportamenti quanto nei pensieri, altrimenti sarebbe stata uccisa.

Alida, in un primo momento accetterà di malavoglia la sua trasformazione sociale e si sforzerà a ricoprire il ruolo richiesto per il bene e l’onore della famiglia. Alida si impegnerà a maritare le sorelle scegliendo per loro i rispettivi mariti, si occuperà della raccolta della legna, della vendita del bestiame e dei prodotti della terra al mercato di Skutari. Tutte pratiche che spettavano esclusivamente agli uomini.

Le donne erano sottomesse e chiuse in casa, trattate come oggetti e vittime di soprusi e violenze domestiche. Alida però non rinuncerà mai alla sua femminilità, al desiderio di diventare madre insieme all’uomo di cui è innamorata, Leck, un ragazzo dolce e gentile e per questo anche lui vittima di soprusi e violenze.

Imprigionata in un corpo e in una vita che non le appartiene, Alida è combattuta tra il desiderio di scappare e il senso di colpa nel portare disonore e vergogna sulla sua famiglia e nell’abbandonare sua madre.

Consapevole che una volta abbandonata l’Albania non avrebbe più potuto fare ritorno, capisce però che la vita le è insopportabile in quelle vesti e insieme a Leck decidono di escogitare un piano di fuga difficile e pericoloso, che affronterà molteplici volte la possibilità di morire.

Alida e Leck non possiedono denaro, e non sanno com’è il mondo fuori dall’Albania, si affidano perciò alle informazioni di due amici d’infanzia scappati dal loro villaggio molto tempo prima, non sanno nemmeno se sono ancora vivi. Le voci del paese li danno per morti. Tentano di contattarli in segreto e fortunatamente i due gli rispondono, mostrandogli una via di fuga e dandogli i soldi necessari per raggiungere l’America.

Alida e Leck affronteranno il lungo viaggio con il tormento di avere abbandonato le loro famiglie e con la paura di essere scoperti e imprigionati. I ragazzi usciranno insieme da Tirana e raggiungeranno la Bulgaria in bicicletta, da dove, con dei passaporti falsi, atterreranno a Madrid. Il viaggio proseguirà fino a Tjiuana, e dopo aver attraversato l’ultima frontiera affidandosi ai “cojotes” arriveranno negli Stati Uniti. Alida rinascerà a Chicago e tornerà ad essere la donna che era ed a riappropriarsi della propria femminilità e vita.

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